Progetti

I progetti che Aspromiele segue sono sempre in evoluzione.

Un aggiornamento sui progetti seguiti durante il 2022 è possibile leggerlo cliccando su: Nuovi progetti e nuove sfide!

Prove di campo nella lotta alla varroa 

Tutti gli anni Aspromiele esegue molte prove di campo finalizzate a mettere a punto idonee strategie di lotta alla varroa. Questo per supplire alla mancanza di nuovi formulati commerciali efficaci nella lotta all’acaro. L’attenzione si è concentrata sul timolo, sugli acidi organici ossalico e formico e sulla biotecnica del blocco di covata. I risultati ottenuti sono stati puntualmente diffusi attraverso le riunioni periodiche zonali, all’annuale incontro di formazione CRT Unaapi e tramite le pagine della rivista l’apis.
Aspromiele ritiene questo filone di attività finanziato attraverso il Reg. n. 1308/2013 fondamentale per l’apicoltura regionale e nazionale. E’ grazie a questi lavori che sono state messe a punto le attuali strategie di lotta alla varoa. 

|  Biomonitoraggi

– Valutazione degli eventuali effetti tossici sulle api della somministrazione di insetticidi attraverso fertirrigazione in zone di produzione orticola intensiva.
– Valutazione degli eventuali effetti tossici sulle api dei trattamenti fitosanitari su vite contro il vettore della flavescenza dorata.
– Valutazione degli eventuali effetti tossici sulle api dei trattamenti fitosanitari sui fruttiferi.
– Valutazione degli eventuali effetti tossici sulle api degli insetticidi presenti nella concia dei semi di mais.

A partire dal 2017 è stato avviato un progetto specifico di bio-monitoraggio ambientale utilizzando le api come bioindicatori. Ulteriori informazioni sono disponibili alla pagina “Biomonitoraggio“.

|  Produzione polline

Il polline è sempre più un prodotto apprezzato dai consumatori. Il suo utilizzo è in rapida diffusione. Si aprono così nuove e interessanti prospettive per il nostro settore. Aspromiele ha quindi intrapreso una impegnativa ricerca sulle possibilità produttive, le tecnologie di produzione e i costi di produzione del polline. Attualmente stiamo lavorando sulle problematiche qualitative e sanitarie relative alla conservazione del polline. I risultati di questo lavoro, finanziato dal contributo della Legge Regionale 20/98, sono stati pubblicati, per la parte già conclusa, sulla rivista l’apis.

|  Polline: realizzazione di una macchina vagliatrice

Per le aziende apistiche la produzione di polline sta assumendo una crescente importanza economica. Produrre polline, oltre che a diversificare la fonte del reddito, può servire anche a utilizzare meglio l’ape e le risorse naturali. Come per ogni nuova attività anche per la produzione e la commercializzazione del polline sono necessarie attrezzature dedicate. Proprio per sopperire alla mancanza sul mercato italiano di una macchina per la pulizia del polline, si sono unite differenti potenzialità e competenze. La ricerca è stata svolta in collaborazione tra noi, l’azienda specializzata in costruzioni meccaniche per uso apistico Hobby Farm, il Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali della Facoltà di Agraria dell’Università di Torino e alcune aziende apistiche piemontesi.

Api e alpeggi, possibilità produttive

Aspromiele ha condotto una ricerca volta a valutare nei territori montani le possibilità produttive del polline in questo particolare ambiente. Diverse postazioni sono state attrezzate per la raccolta del polline e per il monitoraggio costante dello stato di salute delle famiglie, elemento meritevole di particolare attenzione vista la condizione limite in cui si opera. Si è quindi proceduto all’analisi qualitativa e quantitativa del polline raccolto. I risultati ottenuti permettono di affermare che per l’apicoltura di montagna la produzione di polline può diventare una valida e importante fonte di reddito.

Insieme al Cra, su varroa, nosema e virus

Una collaborazione importante tra Aspromiele e il Cra apicoltura (ex Ina). Nell’ambito del progetto Apenet, voluto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per studiare a livello nazionale il problema del declino delle api, è stata chiesta dal Cra la collaborazione di alcune Associazioni di apicoltori che garantissero serietà, rappresentatività e competenza. Un progetto complesso e impegnativo, volto a monitorare i livelli di crescita della varroa, del nosema e di altri virus durante la stagione apistica.

|  Api igieniche

La situazione sanitaria degli alveari è in costante peggioramento. Oggi sappiamo che molte problematiche che colpiscono le nostre api sono collegate in modo più o meno diretto alla covata in cui si sviluppano o prendono origine acari, virosi, batteri…..
Aspromiele ha quindi approntato un complesso programma di selezione di ceppi d’api maggiormente propensi a rimuovere dalle celle le larve morte per malattie varie prima che queste possano diventare veicolo di infezioni. Il lavoro è stato finanziato in una prima fase dalla Legge Regionale 20/98 e successivamente da uno specifico programma di ricerca.

|  Sicurezza del lavoro in apicoltura

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– Valutazione dei rischi: collaborazione con l’Istituto di Medicina del Lavoro di Torino volto a valutare i possibili rischi nel nostro lavoro. Rischi fisici, biologici e chimici, sia in campo che in laboratorio sono stati attentamente analizzati, così come gli obblighi che gravano sul datore di lavoro in considerazione della attuale normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo progetto ha dato origine a un Documento di Valutazione dei Rischi specifico delle peculiarità del settore apistico.
– Acido ossalico, esposizione per l’operatore durante il suo utilizzo: collaborazione con Medicina del lavoro, Dipartimento di Traumatologia Ortopedia dell’Università di Torino. I risultati delle misure eseguite sulle maschere documentano da un lato che la loro efficacia protettiva si riduce nel tempo, dall’altro l’importanza di una loro corretta conservazione tra i successivi interventi. In tutte le condizioni analizzate è stata documentata la deposizione di acido ossalico sulla cute dell’apicoltore: risultano positive le misure sulla parte scoperta del volto, dove alle concentrazioni più elevate di acido ossalico sulla fronte corrispondono i valori più elevati di esposizione personale per via respiratoria. Acido ossalico è stato ritrovato anche sul braccio dell’apicoltore in 3/4 delle misurazioni eseguite, nonostante gli operatori indossassero la tuta. Questo risultato conferma che la deposizione cutanea è condizionata dalle caratteristiche di manualità dell’apicoltore.
I risultati delle misure eseguite sulle tute documentano, come atteso, che a esposizioni elevate ad acido ossalico per via respiratoria (operazione in continuo) corrispondono concentrazioni di deposizione sulla superficie esterna della tuta più significative. L’acido ossalico sublimato nella lotta contro la varroa definisce un rischio per l’apicoltore di potenziale rilevanza tossicologica solo nel momento del suo utilizzo: le concentrazioni di  vapori di acido ossalico misurate sono risultate elevate e, forse, in qualche misura inattese e pertanto impongono l’impiego di idonei strumenti di protezione. Lo scenario espositivo presenta caratteristiche differenziate in funzione delle apparecchiature utilizzate: in questo senso l’impiego di strumenti “in continuo” si associa a valori di acido ossalico più elevati, compresi tra un quarto del valore limite di esposizione professionale a lungo termine (Twa) e valori che lo eccedono. Quando confrontati con il valore limite di breve periodo (Stel), i valori di acido ossalico osservati nelle operazioni “in continuo” confermano la presenza di un rischio reale, controllabile solo con l’impiego di idonei dispositivi di protezione individuale.
L’impiego della maschera per acidi non è soltanto consigliata, ma il suo uso si impone come una insostituibile necessità per limitare l’esposizione dell’apicoltore ai vapori di acido ossalico. I nostri risultati confermano che la maschera elimina il rischio solo in caso di corretta conservazione. La sua efficacia protettiva và pertanto periodicamente verificata, sia attraverso la sostituzione dei filtri, che con una corretta conservazione della stessa. Essendo maschere a carboni attivi è estremamente utile conservarla, tra un impiego e il successivo, chiusa in un sacchetto di plastica.
La necessità di indossare tuta, occhiali e guanti per agenti chimici deriva, come indicato dalle frasi di rischio e di sicurezza della sostanza a motivo delle caratteristiche chimico-fisiche dell’acido ossalico, proprio dai risultati delle misurazioni del depositato sulla cute: sono state costantemente ritrovate, infatti, quantità della sostanza, variabili in relazione alle caratteristiche dello strumento elettrico impiegato, sulle superfici cutanee scoperte. Superfluo ricordare come una corretta igiene personale (doccia) al termine delle operazioni di trattamento con sublimato sia raccomandabile.
Questa osservazione apre una interessante e inesplorata ad oggi ipotesi sul possibile contributo che l’assorbimento percutaneo può offrire alla dose interna di acido ossalico dell’apicoltore. Non sono disponibili ad oggi dati sul passaggio attraverso la cute di questa sostanza, ma la possibilità di dosare l’acido ossalico nell’urina dell’apicoltore da un lato e l’aumento di calcoli delle vie urinarie osservato nello studio clinico-epidemiologico svedese in soggetti professionalmente esposti dall’altro, delineano uno scenario di ricerca di sicuro interesse nel prossimo futuro, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di sicurezza nell’affascinante mondo dell’apicoltura.
Questo studio ha preso in considerazione la possibile esposizione a microcristalli di acido ossalico durante le operazioni di pulizia dei fondi e delle prime aperture degli alveari: i risultati non confermano una esposizione dell’apicoltore durante questa operazione.
– Acido ossalico, esposizione per l’operatore nelle visite successive all’utilizzo di acido ossalico: collaborazione con Medicina del lavoro, Dipartimento di Traumatologia Ortopedia dell’Università di Torino. Dalle prove eseguite risulta che non permangono nell’arnia microcristalli di acido ossalico.


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Linee Guida

Il Regolamento comunitario 852/04 stabilisce norme generali in materia di igiene di prodotto alimentari. Anche le produzioni apistiche rientrano nel suo ambito di applicazione. Molte le novità introdotte a partire dall’abolizione della vecchia autorizzazione sanitaria dei locali di smielatura e del sistema di autocontrollo Haccp, per la produzione primaria come l’apicoltura. Oggi agli apicoltori spetta la definizione di “Buone Pratiche Apistiche”. In questa direzione Aspromiele ha elaborato un documento vidimato dalla Regione Piemonte nel febbraio 2012.


Servizio d’impollinazione

Regole certe e condivise tra apicoltori e frutticoltori. Allo scopo di migliorare e rendere maggiormente coordinato il servizio di impollinazione ai frutteti, Aspromiele, Coldiretti e le Organizzazioni dei Produttori: Piemonte Asprofrut, Lagnasco Group e Ortofruit Italia hanno siglano un accordo che mira alla massima concretezza e semplicità basato sugli ottimi rapporti venutisi a creare, negli ultimi venti anni, fra frutticoltori e apicoltori e sul reciproco interesse.
L’esigenza del servizio di impollinazione con le api, su drupacee e pomacee, ha origini antiche e si diffuse successivamente in modo ancora più importante con l’inizio della coltivazione del kiwi. La collaborazione fra frutticoltori e apicoltori è continuata, divenendo nel tempo sempre più importante; negli anni, si è instaurata una stretta collaborazione che ha permesso di cogliere sia le esigenze dei frutticoltori che degli apicoltori. Grazie al servizio di impollinazione svolto con il dovuto criterio e la dovuta sensibilità, si sono ottimizzati i rapporti tra apicoltori e frutticoltori, tanto che oggi entrambe le categorie imprenditoriali ne traggono vantaggio. Per gli apicoltori si coglie l’opportunità di incrementare il reddito dell’impresa, nonché di aumentare la gamma di prodotto. Per i frutticoltori il miglioramento quali quantitativo della produzione, traducibile in aumento della produttiva e soprattutto miglioramento della forma del frutto, arreca un vantaggio difficilmente raggiungibile con altri metodi.


Promozione

– Le strade del miele: Il miele e l’apicoltura come elemento trainante e identificativo del territorio. Singoli e Istituzioni si sono rivolti ad Aspromiele per creare eventi promozionali e culturali che hanno come denominatore comune i prodotti dell’apiario.
– Le città del miele: Salvaguardare le risorse ambientali, paesaggistiche, artistiche e storiche dei territori legati all’apicoltura. Le Città del Miele sono soggetti attivi  nella promozione di manifestazioni collettive volte a favorire lo scambio di esperienze e la reciproca conoscenza tra ricercatori, studiosi, operatori, produttori e consumatori di miele.
– Manifestazioni promozionali:
A Casale M.to (AL)
la Mostra mercato dei mieli d’italia.
A Ferrere (AT) Concorso regionale del miele Ferrere Miele.
A Montezemolo (CN), una delle città del miele, Fiera regionale del miele, Mostra Mercato di attrezzature e prodotti apistici nazionali.
Sommariva Bosco (CN), una delle città del miele, Amèl’Amel, festival dei mieli.
A Ghemme (NO), una delle città del miele, Metti il miele a tavola.
A Marentino (TO), una delle città del miele, Fiera del miele.
A Locana (TO), la Sagra del miele.
– Apimondia: In un contesto internazionale promozione del nostro miele, tipico e pulito.
– Realizzazione di campioni mignon di mieli della nostra regione impiegati a titolo promozionale nelle iniziative didattico formative nelle scuole o nelle manifestazioni a cui partecipa Aspromiele.
– Presidi Slow Food: In collaborazione con Slow Food sono stati individuati come Presidi da tutelare il miele di rododendro, la melata d’abete e il millefiori d’alta montagna.
– Case delle api: Interventi di recupero di fabbricati un tempo adibiti all’allevamento delle api. Utilizzando i materiali tipici del luogo sono state rimesse in funzione splendide vecchie dimore delle api.
– Triatlon del Roero: Gara valevole per il Campionato Regionale Piemontese e per il Rank Italiano di Triathlon Sprint, che ha il miele come protagonista.


Didattica

Gabbia di volo 4557
Gabbia di volo 4535
Gabbia di volo 4544
gabbia di volo a ghiffa

|   Parco culturale “I RAGAZZI E LE API”

E’ stato realizzato su terreno di proprietà privata concesso in comodato gratuito allAssociazione culturale e turistica “Bel Monteu” di Monteu Roero, su idea e progetto del sodalizio stesso e fortemente voluto dall’Associazione “Aspromiele Piemonte”. Ubicato all’ingresso del paese di Monteu Roero, in punto strategico ed unico, dove il paesaggio spazia dalle Rocche alle colline più dolci del Roero, fino a perdersi nel paesaggio di Langa.
Tale iniziativa, di elevata risonanza, rientra tra gli obiettivi previsti dall’Associazione che intende pubblicizzare e propagandare le risorse culturali del territorio ed intanto determinare flussi turistici verso la località delle “rocche del Roero” che riservano un particolare ed unico incantevole scenario. (leggi tutto)

Progetto propoli

Si tratta di uno studio volto a valutare pregi e difetti dei diversi sistemi di prelievo della propoli. Vengono presi in considerazione la produttività, l’economicità, la praticità di utilizzo delle varie reti utilizzate per raccogliere la propoli. In questo progetto vengono analizzati i problemi derivanti da possibili inquinamenti endogeni ed esogeni. Inoltre si sta studiando la normativa che regola la produzione e la trasformazione della propoli.

|  Progetto Stazione di fecondazione

La ricerca scientifica apistica ha dimostrato in più occasioni che la tolleranza alle più gravi patologie dell’alveare, compresa la più grave in assoluto, la varroatosi, è strettamente regolata geneticamente e quindi selezionabile. Aspromiele ha quindi deciso di promuovere la selezione genetica in Piemonte, con particolare attenzione alla resistenza alle malattie, attivando una stazione di fecondazione, caratterizzata da un sufficiente isolamento geografico, per le api regine dei propri associati e uno specifico piano di selezione per aumentare la rusticità dell’ape regionale. A tal fine, l’Associazione ha approvato un manifesto di selezione. Il piano è inoltre accompagnato da un disciplinare che regola l’accesso alla stazione di fecondazione.

|  Progetto Vsh

La parola Vsh significa Varroa Sensitive Higiene e individua una popolazione di api tolleranti alla varroa. Queste api sono studiate da 10 anni in un progetto capitanato da Thomas Rinderer nell’Istituto del Ministero dell’agricoltura americano di Baton Rouge. Attualmente le famiglie di api in loro possesso non necessitano di alcun trattamento antivarroa, sono condotte nell’apiario dell’Istituto e reincrociate in purezza allo scopo di mantenere questo carattere.
Aspromiele intende avviare un progetto regionale di selezione di caratteri Vsh partendo dalle “madri” (in questo caso intese come api regine utilizzate per costituire nuovi alveari o riprodurre altre regine) utilizzate dai propri soci sul territorio piemontese.
—-> Leggi tutto

Progetto Monitoraggio furti di alveari

In considerazione del fatto che sono in continuo aumento le segnalazioni di furti di alveari su tutto il territorio regionale, Aspromiele ha attivato un indirizzo mail (monitoraggio.furti@aspromiele.it) allo scopo di raccogliere le segnalazioni di furti da parte degli apicoltori.
Questo strumento permette di ottenere un quadro più preciso delle zone colpite in modo da offrire alle forze dell’ordine dati puntuali e dettagliati utili a contrastare questo fenomeno che arreca gravi danni alle aziende apistiche. Infatti al valore del bene sottratto vanno aggiunti la mancata produzione e il lavoro compiuto per la preparazione degli alveari al raccolto.
Il progetto prevede anche la valutazione dei sistemi antifurto più adatti all’apicoltura e la diffusione dei risultati agli apicoltori in modo che questi abbiano strumenti adeguati per poter tutelare i loro apiari.
Inoltre sono state studiate le normative che intervengono sull’uso di sistemi antifurto.
Infine questo progetto ha portato Aspromiele a stipulare una polizza antifurto rivolta ai propri associati.