Storia

La casa del buon miele

La casa del buon miele

a cura di Paolo Faccioli, aprile 2006

La “LA CASA DEL BUON MIELE” tratta la vendita del miele de’ suoi associati ed aderenti, nei modi seguenti:
1) Acquista in proprio, su campione, a prezzo vario, i tipi di miele più fine, particolarmente indicati per tavola, da coloro che hanno bisogno di realizzare subito, fornendo gratuitamente gli imballi.
2) Accetta miele fine per tavola, per la vendita informa cooperativa, da coloro che hanno fiducia in questo sistema, impegnandosi di venderlo entro l’anno, fornendo gratuitamente gli imballi, anticipando le spese di porto, e una parte del prezzo presunto. In queste due forme di vendita. La Casa del Buon Miele usa tenere ben distinti i vari tipi di miele, al fine di valorizzarli il più possibile, a seconda dei loro pregi particolari.
Un manifesto pubblicitario della Casa del buon miele3) Accetta in deposito mieli comuni e si occupa di venderli per conto del produttore, mediante una provvigione dal 5 al 10%, a seconda della entità della fornitura, anticipando imballi e spese di porto. In ogni caso esige, pel buon nome proprio e degli apicoltori, che il miele sia ben maturo, centrifugato, filtrato e pulitissimo. Per quanto in genere gli apicoltori preferiscano vendere a patto franco, non si può dire che tale metodo sia migliore. Naturalmente è questione di fiducia che la Casa del Buon Miele non pretende né sollecita.
E’ nell’interesse generale che l’apicoltore venda il più possibile sul posto, al dettaglio o a mezzo ingrosso, favorendo il consumo locale.
La Casa del Buon Miele non vende nei piccoli centri per non fare concorrenza ai produttori: vende nelle città, specialmente al dettaglio nei negozi che ha aperto e aprirà a seconda dei bisogni; vende tutti i mieli d’Italia che possiedono particolari caratteristiche, al fine di farli conoscere e apprezzare da tutti, accontentare tutti i gusti e tutte le esigenze; così come vende ognii sorta di dolciumi al miele per dare al consumatore la massima garanzia sotto ogni rapporto.
E’ desiderabile che gli apicoltori favoriscano l’opera che la Casa del Buon miele va svolgendo in loro vantaggio senza perdere di vista la situazione generale.Una delle preoccupazioni di Don Angeleri fu sempre l'esposizione   aggraziata e allettante del miele.
Chi venisse a trovarsi senza miele per accontentare la sua clientela, ne troverà alla Casa del buon miele di qualità pressochè identica o anche migliore.
La Casa del Buon Miele opera alla luce del sole, non avendo altro interesse che quello ben inteso dell’apicoltura nazionale; come del resto riconoscono tutti gli apicoltori di buona fede.
Coloro che intendessero fornire miele nelle forme suddette, devono prima interpellare La Casa del Buon Miele riceverne il benestare e le relative istruzioni”.

Da L’Apicoltore Moderno, 7-8, 1958