Storia

Preti e apicoltura

|  Preti e apicoltura

a cura di Paolo Faccioli, aprile 2006

I preti sono tra le figure sociali che maggiormente accompagnano lo sviluppo dell’apicoltura moderna; in questa presenza si intrecciano, a volte, la loro caratteristica di settore della società portatore di cultura, insieme a un ruolo sociale.
Oltre a don Angeleri, molti altri preti ebbero un ruolo carismatico nella storia dell’apicoltura, a partire dal parroco slesiano Dzierzon, lo scopritore della partenogenesi: e in Italia da Giotto Ulivi (1820-1892), pievano di Campi Bisenzio, nativo del Mugello, ideatore di un tipo particolare di arnia, autore di diversi manuali, animatore della rivista “L’Apicoltura Razionale”, che ebbe un periodo “piemontese”- i suoi discussi scritti vennero infatti ospitati sulla rivista torinese “L’Ape italiana”-, a Don Secondo Rosato, che negli anni 20 propagandò e illustrò anch’egli una sua concezione e un suo modello d’arnia su una successiva serie della rivista torinese “L’Ape Italiana” (a questo punto”organo ufficiale del Museo Internazionale di Apicoltura e Bachicoltura e del Consorzio Apistico Italiano”), e che dedicò alcune battute di sprezzante polemica a don Angeleri, nello stile di allora.
dimostrazione praticaNella realtà piemontese delle campagne, prima negli anni ’20, con l’emigrazione in America che svuotò le campagne, poi negli anni 50, in cui la nuova America a svuotare le campagne fu la Fiat, i preti si trovarono ad assistere un tessuto sociale ferito e in difficoltà, ma anche a risollevare le loro stesse sorti.
L’apicoltura fu uno dei loro strumenti, che bene poteva adattarsi alla dignità del ruolo ecclesiale. In effetti, poteva un prete allevare maiali?
E’ interessante a questo proposito leggere una lettera firmata “Un parroco Apicoltore”, pubblicata su “L’Apicoltore Moderno”, n. 5,1932: “La triste condizione economica nella quale molti del nostro Clero versano in questi tempi, indusse i dirigenti la m.s. a studiare e a suggerire almeno dei mezzi che si sera possano giovare a porgere un aiuto. Fra l’altro la m.s. suggerisce la coltivazione delle Api e incarica noi che già le coltiviamo da tempo a dire sinceramente una parola ai RR. Colleghi che valga a persuaderli a) che l’apicoltura non è difficile b) che l’apicoltura è realmente vantaggiosa c) che anche il sacerdote senza venir meno alla propria dignità e gravità vi si può applicare”.

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